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2023-01-12 15:48:06 By : Mr. Jeffrey Liang

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Apparentemente identiche, sostanzialmente diverse. Perché le sfide, come le scommesse ardite - tipo portare un bolide elettrico competitivo nel deserto - non accettano interruzioni nello sviluppo, negli investimenti necessari per portarli avanti. Così, un anno - con 4 vittorie di tappa e 10 podi alla Dakar, e il primo trionfo nel rally raid di Abu Dhabi - dopo, le tre Audi RS Q e-tron E2 praticamente pronte per il prologo di sabato, hanno poco o niente a che vedere con il prototipo con il quale la Casa di Ingolstadt debuttò dodici mesi fa nel deserto dell’Arabia Saudita tra lo stupore di tutti. A distanza, le forme esterne potrebbero anche ingannare e confondere, lasciando pensare a una vicinanza ancora notevole tra le due vetture. Invece, l’Audi RS Q e-tron E2 è un’altra macchina, in tante cose. A parte il sistema di trazione, quello sì, rimasto identico rispetto alla scorsa edizione della Dakar, con i due motori elettrici di matrice Formula E - uno per asse - con il terzo a fare da generatore, insieme al termico 4 cilindri TFSI a benzina, questo invece proveniente dal DTM, vista la mancanza di... colonnine di ricarica nel deserto. Già, se sotto il vestito siamo messi, più o meno (vedremo poi perché meno...) come nel 2022, è proprio il vestito che è stato ridisegnato e ”ritagliato”.

La RS Q e-tron E2 non condivide nemmeno un componente della carrozzeria con la prima generazione della vettura. Nel pieno rispetto del regolamento quanto a dimensioni interne, l’abitacolo, che in precedenza era incassato in corrispondenza del tetto, è ora sensibilmente più ampio. I cofani anteriore e posteriore sono stati ridisegnati. Ridotti sensibilmente gli ingombri della sezione inferiore del cofano posteriore, a sinistra e a destra dei montanti B. Il tutto, abbinato a nuove tecniche di lavorazione dei compositi, come ad esempio inedite stratificazioni di fogli e tessuti in carbonio, ha permesso di contenere il peso, partendo dal presupposto che i prototipi di categoria T1U (quella della RS Q e-tron E2) dovranno pesare 2.100 chilogrammi contro i precedenti 2.000 kg. Considerando che la prima generazione di Audi RS Q e-tron era caratterizzata da un peso superiore al minimo regolamentare, la “dieta” ha fatto risparmiare parecchi chili.

L’innovazione, tra avantreno e retrotreno, è totale, e l’ispirazione è quella nautica. L’andamento del sottoscocca evoca, appunto, le forme dello scafo di un’imbarcazione: il punto più ampio si trova in corrispondenza dell’abitacolo, mentre gli ingombri trasversali si riducono progressivamente verso gli assali. Audi ha eliminato la sezione dei passaruota alle spalle delle ruote anteriori, denominata “piede d’elefante”, che fungeva da raccordo con i pannelli porta. Un intervento a vantaggio della leggerezza e della pulizia dei flussi, esaltato dal baricentro ribasato. È vero: le nuove dimensioni dell’abitacolo comportano una sezione frontale più ampia, quindi meno favorevole a livello fluidodinamico, la resistenza aerodinamica complessiva è stata ridotta del 15% e questo incide non poco nel fabbisogno energetico, inferiore rispetto al passato.

La gestione dell’energia è cruciale e Audi RS Q e-tron ha dimostrato di poter contare su di un’elettronica raffinata, capace di contenere le sofferenze del powertrain solo in condizioni estreme. Ora il regolamento impone sanzioni sportive qualora il surplus d’energia erogata raggiunga i 2 kilojoule, così la vettura è stata dotata di due limitatori di potenza, uno per ciascun motore elettrico, la cui soglia viene determinata dal nuovo software in pochi millisecondi seguendo una strategia tanto reattiva quanto predittiva. Evoluzione anche per i servizi ausiliari, come la pompa idraulica dello sterzo, il sistema di condizionamento dell’abitacolo e le elettroventole che impattano sul bilancio energetico. La climatizzazione, ad esempio, è talmente efficace da causare il congelamento del liquido di raffreddamento se mantenuta a massima potenza. Sulla RS Q e-tron E2 si attiva in modo intermittente, consentendo di risparmiare energia a fronte di una temperatura costante in abitacolo.

Il dream team Audi, formato dalle coppie Ekström/Bergkvist, Peterhansel/ Boulanger e Sainz/ Cruz, quest’anno può contare su di una postazione di guida ottimizzata per spazi e funzionalità. E, particolare tutt’altro che trascurabile nel deserto, gli equipaggi possono ora intervenire più rapidamente in caso di foratura. Le cover originali delle ruote di scorta vengono sostituite con componenti facilmente removibili e decisamente meno ingombranti, mentre i nuovi cerchi a dieci razze sono più facili da maneggiare. Per vincere - o provare a farlo - nel deserto disseminato di trappole e con la concorrenza agguerrita che si ritrova, gli uomini Audi non si possono permettere di trascurare il minimo dettaglio. E potrebbe anche non bastare. Ma con questo pacchetto di sviluppo rimane difficile non coltivare sogni e ambizioni...

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