Incendio alla Torre dei Moro, 18 indagati. La procura: "Pannelli infiammabili per risparmiare 1 euro al metro quadrato" - la Repubblica

2023-01-12 15:46:16 By : Ms. Frances Lu

La Procura milanese ha chiuso l'inchiesta, in vista della richiesta di processo, a carico di 18 persone per disastro colposo sul maxi incendio della Torre dei Moro, grattacielo di 18 piani che prese fuoco il 29 agosto 2021a Milano.

Nell'atto di conclusione delle indagini, coordinate dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Marina Petruzzella, figurano i nomi dei legali rappresentanti delle società che hanno realizzato l'edificio e che hanno avuto a che fare con la posa dei pannelli dei rivestimenti delle facciate altamente infiammabili. Indagati anche due vigili del fuoco che nel 2011 rilasciarono la certificazione antincendio.

Gli indagati - ci sono anche costruttori-commissionari della costruzione, committenti dell'opera, venditori degli appartamenti, tecnici incaricati, produttori, distributori e installatori dei materiali andati a fuoco, due vigili del fuoco - sono accusati del reato di disastro colposo, per aver concorso ai vizi di progettazione e di realizzazione degli esterni della costruzione e alla scelta dei pannelli di rivestimento delle vele del palazzo, responsabili dell'incontrollabile propagazione dell'incendio" si legge nel comunicato firmato dal procuratore Marcello Viola e dall'aggiunto Tiziana Siciliano.

"L'indagine nel suo complesso, ha disvelato scenari inquietanti - e al contempo istruttivi e che devono servire da monito - su violazioni delle normative sulla sicurezza dei prodotti e su pratiche elusive per il conseguimento di certificazioni e omologazioni, adottati da produttori, distributori e presso istituti di certificazione". Lo si legge nel comunicato firmato dal procuratore Marcello Viola e dall'aggiunto Tiziana Siciliano con cui si rende nota la chiusura indagine sull'incendio della Torre dei Moro che vede indagate 18 persone.

Oggi, scrive la Procura, "gli esiti delle indagini sono stati già comunicati a 15 dei 18 attuali indagati", tra "costruttori-commissionari della costruzione, committenti dell'opera, venditori degli appartamenti, tecnici incaricati dai costruttori, produttori, distributori e installatori dei materiali andati a fuoco, autori del certificato antincendio rilasciato per il palazzo nel 2011", quando venne costruita la Torre. Tutti accusati "di disastro colposo" per aver "concorso ai vizi di progettazione e di realizzazione degli esterni della costruzione e alla scelta dei pannelli di rivestimento delle vele del palazzo, responsabili dell'incontrollabile propagazione dell'incendio".

L'episodio, si legge ancora, "costituisce un caso di particolare gravità, dalle molteplici, complesse implicazioni". E' emerso che "materiali identici e stesse tecniche di messa in opera, che trasformavano il palazzo di Milano in una torcia, sono utilizzati in Italia e in altri paesi per le facciate di svariati edifici pubblici e civili". La tragedia del 2017 della Grenfell Tower di Londra, ricordano ancora Viola e Siciliano, come era già venuto a galla, "fu dovuta ai rivestimenti della facciata con pannelli ACP (Aluminium Composite Panel) identici a quelli della torre di via Antonini a Milano, imbottiti di polietilene, montati in sospensione col vuoto retrostante, con decine di camini verticali, di altezze anche superiori ai 54 metri, a contatto con gli stessi pannelli altamente combustibili".

Alcuni indagati dell'inchiesta milanese sul maxi rogo della Torre di via Antonini, come i responsabili della società che si occupò dei lavori di rivestimento delle facciate, erano stati informati che quei pannelli "Larson Pe" erano fatti di "un materiale combustibile", che "non si deve usare in nessun edificio". Vennero scelti, però, anche perché, come emerge dagli atti della chiusura dell'indagine e in particolare da alcune mail, altri pannelli avevano "un extracosto" di "0,95 euro al metro quadro".

Tra i 18 indagati per disastro colposo figurano Roberto Moro, amministratore unico di Moro Costruzioni, general contractor dell'insediamento edilizio, tre responsabili della società committente, Polo srl, un incaricato alle vendite degli appartamenti, il direttore dei lavori e il responsabile tecnico del cantiere. E ancora un dirigente e un funzionario dei vigili del fuoco che diedero il "parere favorevole" con cui la Polo ottenne "il certificato prevenzione incendi". Sei responsabili di Zambonini spa, che si occupò dei lavori di rivestimento delle facciate, e l'amministratore della ditta che commercializzava in Italia i pannelli Larson prodotti dalla società spagnola Alucoil, che conta tra gli indagati il legale rappresentante e un export manager.

Nelle 27 pagine dell'atto di chiusura indagine, piene di dettagli basati su una maxi consulenza, la Procura vaglia posizione per posizione e parla di "un crescendo di malafede", soprattutto dei responsabili di Zambonini, Polo e Moro Costruzioni, per "continuare ad occultare la vera identità e scarsa qualità dei pannelli installati". I condomini, si legge, già da anni lamentavano "l'annerimento dei pannelli". Il rogo divampò per un caso fortuito, forse una sigaretta gettata da un balcone e sfruttò pure "l'effetto camino" delle facciate "a vela".