Fiocchi 9 Corto .380 Auto 95 grani Fmjrn, un classico da difesa - Armi Magazine

2023-01-12 14:38:07 By : Ms. Cherry Guo

La 9 mm Corto, nota pure come .380 Auto, 9 Short, 9×17 mm, 9 M34, 9 Browning Short e altre meno comuni denominazioni, risale ai primi anni del secolo scorso ed è indubbiamente una delle munizioni da pistola più diffuse per uso di difesa. Soprattutto in Europa ha avuto ampio utilizzo anche in ambito militare; nel nostro Paese, in particolare, l’associazione mentale 9 Corto – Esercito – Beretta mod. 1934 è stata a lungo pressoché automatica e, solo attorno al 1990, è stato consentito ai civili l’uso di questa “pericolosissima” cartuccia. Il suo successo deriva dalla discreta potenza (equiparabile a quella del .38 Special, il cui bossolo misura 29 mm), dalla grande affidabilità di funzionamento, dal modesto costo d’acquisto e dalla possibilità di camerarla in armi meccanicamente semplici e soprattutto molto compatte, come la Star Dkl da noi usata e la celeberrima Walther Ppk. La Fiocchi Munizioni (www.fiocchigfl.it) produce numerosi caricamenti del 9 Corto, con destinazione militare e civile: limitandoci a quest’ultima, troviamo nel catalogo del febbraio 2015 la potente Black Mamba con palla da 85 grani Fmjtc (troncoconica blindata, linea Top Defence), accreditata di ben 35 Kgm di energia cinetica, la 100 grani Rncp (roundnose ramata ad alto spessore, per uso in poligono, linea Top Target), e la 95 grani Fmjrn (roundnose blindata, linea Classic), oggetto del presente articolo. Curiosamente assente dal catalogo un’altra versione assai diffusa nei poligoni italiani, la 93 grani Lrn Tfl con palla in piombo teflonato.

La 95 Fmjrn è davvero la più classica di tutte, anche nella forma molto arrotondata dell’ogiva, ed è quella che assicura le maggiori probabilità di buon funzionamento nelle armi di vecchia progettazione. Nella tabella n. 1 trovate i dati ufficiali della munizione; precisiamo che quasi certamente le prestazioni dichiarate sono state ottenute con canne manometriche da 150 millimetri di lunghezza, che per nostra esperienza producono velocità – e quindi energie cinetiche e fattori di potenza – cospicuamente superiori a quelle ottenibili da armi reali. Non stupitevi quindi se i valori delle nostre misurazioni appariranno più modesti.

Nei limiti di un piccolo campione abbiamo esaminato, oltre alle prestazioni in due armi diverse, l’aspetto e la costanza produttiva delle munizioni. La scatola da 50 colpi da noi utilizzata per le prove appartiene al lotto n. 5401002 ed è stata acquistata in armeria a fine ottobre 2015, pagandola 13 euro: un valore ragionevole, certo non eccessivo in considerazione della bontà del prodotto. Se non sbagliamo a interpretare i codici Fiocchi, la fabbricazione di queste cartucce è avvenuta nel 2014.

A esse abbiamo affiancato, per alcune misurazioni dimensionali e per quelle cronografiche, un’altra confezione della medesima munizione, lotto 5207030 che riteniamo risalire al 2012. Come da nostra usanza iniziamo dall’aspetto esterno delle munizioni, privo di pecche e anzi molto attraente: il bossolo è ben finito e lucidato, palla e innesco sono “in tinta”, le scritte sul fondello appaiono ordinate e nitide, nella migliore tradizione della ditta lecchese. Colpisce il profondo solco anulare sottopalla, un tempo frequente – la memoria va subito alle vecchie .45 Acp militari statunitensi – ma in via d’estinzione (ogni lavorazione in più ha un costo!) nella produzione commerciale degli ultimi decenni. Esso è destinato a scongiurare inopinati rientri del proiettile all’interno del bossolo, per caduta della cartuccia o molto più facilmente durante il ciclo di caricamento dell’arma, a seguito di urti frontali della palla contro la rampa d’alimentazione o sul cielo della camera di scoppio.

È un evento improbabile in pistole che come la Beretta 84 Fs beneficiano di presentazione “alta” della munizione e di canna fissa, ma che non si può escludere in armi di progettazione poco razionale o comunque datata; sotto quest’aspetto le principali imputate sono quelle utilizzanti la meccanica di tipo Browning – Colt 1911. Se è assodato che la maggioranza delle munizioni commerciali fa a meno di tale solco senza causare problemi di sorta, è altrettanto vero che in una cartuccia precipuamente destinata alla difesa personale come questa 9 Corto, il cui requisito primario è quello di funzionare sempre e comunque, esso è un “plus” gradito e commendevole. Sempre parlando del bossolo, appaiono invece migliorabili la centratura del foro di vampa e l’omogeneità degli spessori parietali; sono però aspetti che possono assumere rilevanza in un tiro di precisione che è estraneo allo scopo di questo allestimento Fiocchi. Qualcuno potrà obiettare, parafrasando la poetessa Gertrude Stein, che un bossolo è un bossolo è un bossolo è un bossolo, e che esageriamo nell’analisi di tale componente, ma l’esperienza di tanti anni ci ha gradualmente convinti del contrario. Lasciatateci divagare un poco con un illuminante aneddoto, relativo alla nostra Star Dkl 9 Corto. In altri passi di questo articolo ne segnaliamo la modesta precisione di tiro, ma alcuni anni fa scoprimmo che essa migliorava in sorprendente misura con un certo caricamento statunitense, di buona marca ma non particolarmente costoso o sofisticato, dotato della consueta palla 95 Fmjrn. Peccato che con esso – e con nessun altro – la Dkl non riusciva a svuotare un intero caricatore senza incepparsi! Ci studiammo sopra un bel po’, e concludemmo che l’unica differenza sostanziale, apprezzabile anche a occhio nudo, era data dalla conformazione e dalle quote del fondello del bossolo.

Abbiamo misurato la lunghezza totale di cartuccia (in sigla, Oal o Col) di venti esemplari: la lunghezza media è stata di 24,59 millimetri, correttamente calibrata rispetto al valore massimo Cip di 25,00 mm. Eccezionale la costanza, con uno scarto massimo di soli sei centesimi di millimetro (da 24,55 a 24,61 mm, con 18 esemplari rientranti tra 24,56 e 24,60 mm). Chissà se a tale brillante risultato ha partecipato pure il solco sottopalla? Poco distanti i risultati del lotto 5207030, con una Oal media di 24,65 mm e valori singoli tra 24,61 e 24,72 mm.

Pure in assenza del collante/sigillante asfaltico presente in alcuni caricamenti Fiocchi con palla blindata, alla prova del martello cinetico la ritenuta della palla nel bossolo è apparsa solida, senza essere eccessiva. La misurazione diametrale dei proiettili ha fornito il risultato di .355”-.3555” (9,017 – 9,03 mm), con pregevole costanza e modesta ovalizzazione (.3545”-.3555”). Sotto l’aspetto della precisione di tiro, e in minor misura dello struttamento della carica di polvere, molte canne – soprattutto di vecchia produzione – trarrebbero giovamento da un più elevato diametro di palla, ma il limite Cip di 9,04 mm, stabilito in ottica di sicurezza di funzionamento e contenimento delle pressioni, non lascia spazio di manovra. Passiamo al peso di palla: con la bilancina elettronica abbiamo misurato tre esemplari del lotto 5401002, ottenendo il risultato di 92,4 – 92,5 – 92,1 grani, con un valore medio di 92.33 grani (5,98 grammi), inferiore a quello nominale di 95 grani.

Abbiamo pesato anche una palla del lotto 5207030, ottenendo 92,9 grani. Poiché Fiocchi porta a catalogo anche una 9 Corto Fmjrn da 93 grani, dobbiamo ritenere che sia questa la palla usata per le munizioni in esame. Il propellente impiegato in entrambi i lotti è conformato in piccole lamelle di colore grigio medio, e quasi certamente è una balistite attenuata, ampiamente utilizzata nella produzione Fiocchi vecchia e nuova. Le tre cariche da noi pesate, appartenenti al lotto più recente,  sono risultate essere di 3,9 – 3,7 – 4,0 grani, con una media di 3,87 grani; tale variabilità spiega gli alti valori di Deviazione Standard riportati nelle tabelle n. 2 e 3.

Prove a fuoco: rilevazioni velocitarie effettuate con munizione Fiocchi 9 Corto, palla 95 grani Fmjrn, lotto 5401002. Valori calcolati sulla media di cinque colpi. Cronografo Competition Electronics ProChrono Digital posto a circa 2,5 metri dalla volata delle armi. Temperatura ambientale 20°C.

Prove a fuoco: rilevazioni velocitarie effettuate con munizione Fiocchi 9 Corto, palla 95 grani Fmjrn, lotto 5207030. Valori calcolati sulla media di cinque colpi. Cronografo Competition Electronics ProChrono Digital posto a circa 2,5 metri dalla volata delle armi. Temperatura ambientale 20°C.

Oltre che con la Star Dkl a chiusura stabile, da un quarto di secolo nostra fedele compagna in virtù della sua eccelsa portabilità e maneggevolezza, ci è parso interessante provare queste munizioni con una pistola dotata di chiusura a massa, canna di maggiore lunghezza, e valida precisione, aspetto sotto il quale la nostra Dkl non brilla.

La scelta è caduta sull’ottima Beretta 84 Fs Chetaah, una delle più diffuse e affidabili semiautomatiche cal. 9 Corto. La pistola spagnola ha una lunghezza nominale di canna di 80 millimetri (3,15”), quella italiana di 97 mm (3,82”). Con entrambe le armi e i lotti di cartucce, il funzionamento è sempre stato regolare: nessun inceppamento, nessuna esitazione di funzionamento nel ciclo di sparo, anche adottando un’impugnatura particolarmente rilassata. Il felice esito di tale verifica non ci ha certo stupiti: di cartucce Fiocchi 9 Corto nel corso degli anni ne abbiamo sparato un bel po’, in tanti caricamenti diversi, e sempre senza problemi. Decisa l’espulsione dei bossoli, come è bene che accada in armi da difesa personale, e morbido il comportamento allo sparo, anche con la piccola e leggera (475 grammi a caricatore pieno) Dkl, il cui sistema di chiusura “diluisce” e addolcisce la sensazione di rinculo rispetto alle armi a massa semplice.

Le nostre impressioni sono state avvalorate dalle misurazioni cronografiche, dettagliate nella tabella n. 2 e 3. Con i suoi 21-22 chilogrammetri (valori riferiti al lotto del 2014, quello del 2012 è più blando) è una munizione tranquilla, che potrebbe beneficiare di maggiore spinta senza causare eccessi pressori; crediamo che il fabbricante la abbia impostata pensando soprattutto all’affidabilità e al suo più che probabile uso anche in armi d’incerto stato e robustezza. Certamente, ne beneficia pure la controllabilità: come ben sa chi lo conosce bene, il “mite” 9 Corto può giungere a produrre reazioni allo sparo soprendentemente scorbutiche, segnatamente in abbinamento ad alcuni modelli di semiautomatiche con chiusura a massa. Elevate, ma ancora nella norma per munizioni commerciali destinate alla difesa personale, le variazioni velocitarie; assente, anche nelle condizioni di luce alquanto bassa delle nostre prove, la vampa di bocca. A 12 metri, distanza consona a una pistola da difesa, la precisione di tiro – saggiata prevalentemente con la Beretta 84 Fs, avendo presente i limiti della nostra Dkl che comunque con queste Fiocchi 95 Fmjrn ha mostrato di poter raggruppare meglio del previsto – è stata ottima, mentre a 25 metri non ci è stato possibile ottenere rosate di pregio anche per via di mire ben acquisibili ma certo non da gara, e soprattutto di uno scatto difficile da gestire senza “strappi”.

È questo il più tradizionale caricamento di uno storico calibro che ha avuto, e continua ad avere in Europa come in America, grande successo. Non è particolarmente prestante – a chi desidera maggiore potenza Fiocchi propone il moderno allestimento Black Mamba – ma è ben gestibile e soprattutto affidabile. Lo raccomandiamo, quindi, a chi vuole “andare sul sicuro”, ancor più se s’intende utilizzare un’arma di progettazione e/o costruzione non recente. Da anni il caricatore della nostra Dkl è riempito con sei Fiocchi 95 Fmjrn, e ci auguriamo che così resti.

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